Ezio Bosso ci ha lasciato

La sensibilità straordinaria di Ezio Bosso, la sua capacità di cogliere i suoni e le vibrazioni del mondo e del cuore umano, non saranno cancellate e continueranno a vivere nella sua musica

POESIA

Io li conosco i domani che non arrivano mai

Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore

Io li conosco i domani che non arrivano mai
Io li conosco i domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro

Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti

Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci

Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani

Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo

Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare

Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno

Adesso però state a casa pensando a domani

E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo…

Nella sua musica l’amore per la vita.

«Come faccio a dire che non sono fortunato?» disse Ezio Bosso in una delle interviste nel 2018 ad Avvenire , osservando dalla terrazza della sua casa torinese la cappella della Santa Sindone illuminata la sera.
«La musica è la mia compagna di vita, continuo a studiare da 40 anni e continuo a stupirmi, a rinnovare quell’amore, a sentirmi piccolo, parte di una cosa grande – aggiunse –.
Quello che lascio come compositore si saprà quando non ci sarò più, non adesso. Ora ha importanza solo fare bene» sussurrava mentre accarezzava le pagine degli spartiti con le dita sottili e sempre più fragili.

A proposito di radici, Bosso si confrontava spesso, in modo del tutto personale, con il Mistero e la spiritualità della musica, soprattutto dell’amato Bach.
«La musica ha potere di purificare tutti, è trascendenza – aggiungeva – Trascende anche il dolore: ne abbiamo bisogno, non è un nostro nemico, ma un amico un po’ antipatico che va consolato. La musica è trasfigurazione come ci insegna il Cristo, la trasfigurazione è andare oltre se stessi, non è diventare altro. Le radici cristiane? In qualche modo sono inevitabili, per un uomo italiano è anche sciocco sostenere di non averle».
La musica, quindi, è stato il motore che ha tenuto in vita il grande artista che ha sfidato con la passione e il sorriso il dolore.
«Mi sono confrontato col dolore di altri, non solo il mio – ci diceva – . La morte è solo la morte, e va rispettata. Io ho un rapporto con la morte come parte della vita. D’altronde io ho dedicato un brano al “sesto respiro”, all’ultimo respiro, quello che continua a vagare dopo la morte e attraverso cui continuiamo ad esistere».
Addio a Ezio Bosso: nella sua musica l’amore per la vita.

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