Piona, l’abbazia del Romanico Lombardo, luogo di silenzio e di contemplazione

Il chiostro

Le mie frequentazioni nel territorio del lago di Como e nella Bassa Valtellina mi portano spesso in un luogo magico ricco di storia e di religiosità da vivere nel silenzio e nella contemplazione in un contesto naturale di rara bellezza. Come suggerisce il titolo si tratta di un luogo di arte romanica in Lombardia .

La prima parte di questo articolo è dedicata alla descrizione dell’abbazia: la chiesa di San Nicolo’, il chiostro, la Sala Capitolare, il piccolo santuario e una breve storia dell’abbazia

Segue un filmato di 4 minuti che illustra  chiostro e la chiesa  con belle  immagini che aiutano a comprendere la bellezza del luogo.  

I passi del silenzio nella terza parte  riproducono un filmato realizzato da TV 2000 da un’idea di Dino Boffo,    documenta la vita spirituale che si svolge  nell’abbazia di Piona, questo elemento permette di comprendere al lettore attento il senso di questo luogo: l’esperienza nella Fede e nella regola ora et Labora  che dal VII secolo giunge intatta  fino ai nostri giorni. 

La geografia del luogo

Alle estreme falde di un costolone che scende dalle vette del Legnone e del Legnoncino. L’abbazia di Piona, o priorato di Piona, è un’abbazia italiana che si trova sulla sponda lecchese del lago di Como, nel territorio del comune di Colico. L’abbazia sorge sull’estremità della penisola detta Olgiasca che, protendendosi nel Lago di Como, forma una caratteristica insenatura

Come arrivare all’abbazia

Arrivare all’Abbazia Cistercense di Piona, conosciuta anche come Priorato di Piona, è semplice: se si proviene da una cittadina sul lago di Como a sud di Piona si può seguire la strada provinciale 72 verso nord, se invece si proviene da nord si segue la strada provinciale 36 verso sud fino a quando non si immette nella SP72. Si continua lungo la strada finché non si vedono le indicazioni per località Olgiasca, infilandosi lungo la via Abbazia di Piona che continua via via stringendosi per circa 2 chilometri in salita e arrampicandosi per la montagna.

Nella discesa dall’Olgiasca gran parte realizzata nell’acciottolato si gode uno splendido panorama del lago di Como che di tanto in tanto spunta tra gli alberi.

La chiesa di San Nicola

La chiesa di San Nicola è un tipico esempio di architettura romanica sul lago di Como, non così diffusa in questa zona. Si tratta di una piccola struttura, molto raccolta e che si poggia al monastero del Priorato di Piona. La facciata, in pietra, è piuttosto sobria e regolare e presenta una monofora sopra al portone squadrato.

Gli interni sono ad una navata ed i lati illuminati fiocamente dalle piccole finestre scavate nelle pareti, conducono fino all’abside, all’interno di una cupola semicircolare completamente affrescata e sulla quale è sospesa una grande croce.

Ai lati della chiesa, sulle parete interne, si trovano una serie di formelle che descrivono le varie stazioni della via crucis. Anche queste sono piuttosto sobrie.

All’esterno, alla sinistra dell’abside, spunta il basso campanile a base quadrata. Si tratta di un rifacimento risalente al XVII secolo e la struttura vede una serie di cornici che segnano esternamente i vari piani della costruzione, mentre all’apice si trova la cella campanaria aperta sui quattro lati.

Il chiostro

nella visita e lasciandosi la chiesa sulla destra, si può raggiungere la parte più suggestiva dell’intera abbazia Cistercense di Piona: il chiostro. Si entra da una piccola porta che, prima di giungere al chiostro, permette di raggiungere qualche stanza.

Il chiostro è anche il cuore di tutto il convento. Si tratta di una delle strutture più antiche, risalente alla metà del XIII secolo e costruita in uno stile a metà tra il romanico ed il gotico. Tutto intorno al chiostro si sviluppano gli archetti che dividono il giardino interno dai porticati che li circondano. Questi archi, a tutto sesto, poggiano su piccoli mattoni, mentre i capitelli sono decorati con motivi floreali e richiami alla vegetazione. Ogni capitello è differente dall’altro per via di decorazioni personalizzate.

All’interno del chiostro sono presenti anche due lapidi datate 1252 e 1257, mentre sulle pareti sulle pareti del porticato si trovano affreschi del XII e XIII secolo, in parte recuperati e ancora oggi visibili. Sulla parete nord gli affreschi descrivono la vita dei frati secondo il calendario: sono infatti rappresentate le diverse stagioni e i rispettivi lavori agricoli tipici di ogni stagione.

Vi sono presenti innumerevoli aquile nei capitelli, questo rapace è di una simbologia fondamentale, perché ritenuto l’unico animale in grado di guardare il sole e dunque di conseguenza il volto di Dio, immagine che l’uomo non può ancora fissare a occhio nudo

L’idea del chiostro, dove vige la regola del silenzio per mettersi più facilmente in contatto con Dio, è molto evocativa. La forma quadrata richiama il numero quattro, che si rifa ai punti cardinali, così come ai quattro elementi che governano l’universo. Inoltre la fontana e l’albero presenti al centro del chiostro richiamano la fonte delle delizie e il famoso albero della vita del paradiso terrestre. La forma del chiostro non è troppo regolare, ma si avvicina più ad un rombo che a un quadrato.

La Sala Capitolare

Tra le varie sale che si trovano nell’edificio che ospita il Chiostro si trova anche la sala capitolare. Una porta abbastanza anonima ci permette di varcare l’ingresso e accedere a questa stanza molto spaziosa e praticamente vuota al centro.

Il suo nome deriva da un’antica cerimonia che prendeva atto proprio in questa stanza. Qui i frati leggevano il Capitolo della Regola e il Capitolo delle Colpe, ammettendo le proprie colpe e confessandosi pubblicamente con i fratelli chiedendo loro perdono.

 

La sala presenta una serie di sedute in legno tutto intorno alle pareti, a seguirne il perimetro illuminato da 4 finestre. Questo arredamento risale al XVIII secolo ed è stato mantenuto nonostante sia cambiato l’utilizzo della sala capitolare. Qui dentro viene attualmente scelto ed eletto il superiore dell’abbazia cistercense di Piona e vi ci si riunisce per fatti importanti riguardanti il priorato, come l’ammissione di nuovi frati all’interno del convento.

Il piccolo santuario.

Una volta usciti dall’edificio che ospita il chiostro, scendiamo lungo il percorso fino ad un piccolo spiazzo verde che ancora una volta presenta un suggestivo affaccio sul lago di Como. Qui nell’abbazia Cistercense di Piona si respira un bellissimo clima di tranquillità a contatto diretto con la natura, immersi tra vegetazione e atmosfere lacustri.

Alle spalle della chiesa, dove una passeggiata tra gli ulivi ci conduce fino a un piccolo santuario dedicato alla Madonna.

 

Sopra la pavimentazione è stata ricostruita una piccola caverna di roccia ricca di piante e di verde e sormontata dalla statua della Madonna

Breve storia dell’abbazia

L’origine dell’abbazia cistercense di Piona si perde nei secoli, infatti già durante il VII secolo D.C. pare che qui fosse presente una comunità di eremiti, a testimoniarlo è il ritrovamento di un cippo in marmo bianco relativo alla costruzione di un oratorio su queste terre voluto da Agrippino (il tredicesimo vescovo di Como).

Inizialmente venne costruita una piccola cappella, titolata a Santa Giustina, il cui rudere è ancora visibile dietro all’attuale chiesa di San Nicola. Non sono però chiare le intenzioni con le quali Agrippino fece costruire proprio qui un plesso monatisco.

Durante i secoli cresce l’esigenza di una chiesa più ampia, così nel 1138 viene consacrata la chiesa dedicata al culto di Santa Maria, per poi essere ulteriormente ampliata e dedicata a San Nicola nel 1154.

Circa un secolo più tardi, nel 1252, il priore del monastero decide di ingrandire ulteriormente l’abbazia di Piona. Questa volta lo fa a sue spese e pensa in grande: viene costruito il chiostro che è tutt’oggi visitabile ed utilizzato dai frati. Quest’abbazia rientra tra le più ricche della diocesi a cui appartiene e va avanti diversi anni splendendo e senza problemi.

Nel 1798 però vengono requisiti tutti i beni dell’abbazia e messi all’asta, su mandato del Direttorio della Repubblica Cisalpina. Si tratta di un periodo buio, che vede la luce solo un secolo più tardi, quando nel 1879 attraverso fondi statali e comunali viene cominciata la ristrutturazione dell’intero complesso.

Nel 1938 l’abbazia si rianimacon il trasferimento in questo luogo magico dei monaci cistercensi di Casamari, provenienti da Frosinone e che mantengono tuttora l’abbazia cistercense di Piona.

Filmato fotografico dell’abbazia di Piona

I passi del silenzio 

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