La Casa degli Atellani e la vigna di Leonardo

IL RACCONTO STORICO DELLA VIGNA DI LEONARDO E DELLA  MALVASIA IN CRESCITA

Finalmente sono riuscito a visitare la Casa degli Atellani e la vigna di Leonardo e a comprendere un interessante “racconto storico” intorno osservando e approfondendo dal vivo un luogo di sorprendente bellezza in un contesto in un contesto di valore storico e artistico tra i più rilevanti di Milano.

 

La cornice è  Santa Maria delle Grazie, il Cenacolo leonardesco e un po’ più avanti il museo della scienza e della tecnica.

 Per quanto riguarda la rivisitazione della casa degli Atellani Il merito va sicuramente a personaggi del secolo scorso che hanno fatto la storia di Milano quali Ettore Conti e l’architetto Portaluppi. 

Gli affreschi murali all’interno della villa richiamano personaggi degli Sforza,   personaggi religiosi  e scene di caccia
La villa si apre sul giardino

 

La vigna di Malvasia

L’altro punto di attrazione oggetto di approfondimento è

“ la vigna di Leonardo” che in occasione di EXPO 2015 ha ripreso precedenti studi e interessi che da diverso tempo giravano su Leonardo mettendo al centro l’artista di Vinci come simbolo della cultura poliedrica, il genio versatile del nostro Paese.   Ripercorrendo la storia veniamo a sapere che aveva dedicato nei suoi disegni l’attenzione per la botanica e a invenzioni per gli apparati di cucina contenuti nel codice Atlantico conservato presso la Biblioteca Ambrosiana.

 

 

Negli anni intorno alla conclusione dell’affresco dell’Ultima cena per il refettorio della basilica di Santa Maria delle Grazie, Leonardo ricevette in regalo da Ludovico Sforza un vigneto, le cui vicende trovano riscontro in numerosi documenti d’archivio. Fino al volume che lo storico dell’arte, architetto e restauratore Luca Beltrami dedicò all’argomento nel 1920, fotografando i pergolati della vigna ancora esistenti nei campi in fondo all’attuale giardino della Casa degli Atellani (dal nome di una famiglia di cortigiani degli Sforza), e che in seguito, tra i bombardamenti della guerra, incendi e lottizzazioni, andarono distrutti.

Poco prima dell’EXPO 2015  Luca Maroni, enologo e responsabile dell’Annuario dei migliori vini italiani, in occasione dell’evento annuale di presentazione della pubblicazione, ha annunciato che il vitigno di Leonardo, una Malvasia identificata tramite test del dna, sarebbe stato ripiantato nel luogo esatto dove sorgeva.
Per verificare l’esatta ubicazione Maroni, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, in particolare con Attilio Scienza, professore ordinario di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria, e la genetista Serena Imazio, ha condotto una ricerca decennale. Alla fine, il team di ricerca ha rinvenuto frammenti di radice di Vitis vinifera non completamente morti appartenuti alla vigna di Leonardo.

Le viti, della stessa varietà necessaria al reimpianto filologico, sono state piantate in serra per poi ritornare definitivamente nel sito originario.

Proprio questa a mio parere è la geniale scoperta che con la ricerca operativa intelligente ha posto le basi a questa operazione.

Risalendo alla storia di questa vigna vengo a sapere di qualche altro particolare storico che trova documentazione e che vale la pena di riportare.

Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, nel 1482. Sedici anni dopo, nel 1498, Ludovico regala a Leonardo una vigna. Una vigna di forma rettangolare, larga 59 metri e lunga 175 metri, estesa nella direzione dell’attuale via de’ Grassi: una vigna di quasi sedici pertiche, oltre un ettaro di terreno. Parte della vigna di Leonardo si trovava qui, nel perimetro dell’attuale giardino di casa degli Atellani. Leonardo da Vinci muore in Francia, ad Amboise, il 2 maggio 1519. Nel testamento ordina che la sua vigna, mai dimenticata, sia suddivisa in due lotti uguali: l’uno a Giovanbattista Villani, il servitore che l’ha seguito fino alla fine; l’altro all’allievo prediletto, Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì. Villani cede il proprio lotto a un monastero; Salaì, che qui aveva costruito una piccola casa, viene ucciso con un colpo di schioppo proprio in questi paraggi, il 19 gennaio 1524.                                                                                                                                   Dopo la sua morte Francesco II Sforza, ultimo duca di Milano, dona il lotto a Giovan Francesco Stampa, un cugino lontano di Barbara Stampa, moglie di un figlio di Giacometto. Sulla Vigna di Leonardo cade l’oblio per quattro secoli, fino ai giorni in cui Portaluppi avvia il cantiere di casa degli Atellani. È in questo periodo che l’architetto Luca Beltrami, grande storico di Leonardo, verifica sugli atti e i documenti rinascimentali la possibile esatta posizione della vigna, proprio in fondo a questo giardino.                                                                                                                                                                                                        Ed è in questo periodo che Beltrami identifica e fotografa la vigna di Leonardo e del Salaì, incredibilmente ancora intatta, prima che venga distrutta da un incendio e dalle urgenze dell’urbanistica. Ora la vigna sta crescendo rigogliosa e si sta preparando nel tempo un’annata di ottimo prodotto, le etichette sono già pronte.

Scritto e fotografie a seguito della visita del 6 maggio 2016

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