Parlare con gli alberi e riscoprire la natura

INTERVISTA AL NATURALISTA ED EDUCATORE STEFANO PANZARASA

ELISA CAPPELLI  

Parlare con gli alberi e riscoprire la NaturaParlare con gli alberi e riscoprire la Natura

Da naturalista a educatore. Stefano Panzarasa è un grande uomo, che sa pensare agli alberi come grandi dee e come interlocutori e destinatari di abbracci. Scopriamo insieme cosa vuol dire “Parlare con gli alberi” e come riscoprire il rapporto con la natura con l’educazione ambientale

Stefano Panzarasa è un amico, un uomo geniale che viene descritto bene da un verso di una canzone di Rodari: “sulla Luna e sulla terra / fate largo ai sognatori” (“Sulla Luna”). E speriamo non se ne vada presto sulla Luna che qui c’è bisogno di gente come lui. Quando ci parli ti sembra proprio bello perché non ci sono tante lamentele, non c’è spazio per il pessimismo. Quando ci parli senti un po’ come l’odore di un albero.

Geologo, musicista, fotografo, uomo pieno di rispetto per il tutto e fantasia da dare a tutti. Lavora dal 2001 come responsabile del Servizio Educazione Ambientale del locale Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili.

Gli abbiamo fatto qualche domanda e lui ci ha dato risposte che vale la pena leggere con udito acuto e anima pronta.

 

In cosa si arricchisce l’anima di un bambino che viene portato dai genitori in un parco? Riusciresti a menzionare almeno 5 cose valide e durevoli legate all’esperienza?  

Secondo me, quando dei genitori portano i bambini in un parco gli fanno vivere contemporaneamente l’esperienza dell’unione familiare e dell’unione con gli altri esseri viventi, piante, animali e anche la nostra connessione con tutto il resto del mondo non-vivente (montagne, valli, fiumi, laghi, mare). L’anima, in senso ecologicamente profondo, può riconoscere che “tutto è connesso”.

Le 5 cose sono:

  1. il piacere di stare all’aria aperta;
  2. le “scoperte naturalistiche” insieme ai genitori;
  3. gli insegnamenti che la natura può darci;
  4. il riflettere sui cicli stagionali e sui cicli in genere;
  5. la nostra connessione con la natura, il mondo non-umano e non vivente.

Hai intitolato il libro: “Parlare con gli alberi”  Tu ci parli? Li abbracci? 

 

Certamente! Altrimenti non avrei avuto il coraggio di dare un titolo così impegnativo al mio libro… Parlare con gli alberi è il nome di un laboratorio che svolgo con il Servizio Educazione Ambientale del Parco Naturale regionale dei Monti Lucretili. Il laboratorio è per le scuole del parco ma anche per gli adulti e viene realizzato a partire da una tecnica del Tai-chi. Al Giardino dei Cinque Sensi di Licenza, sede del Servizio EA del parco, c’è un vecchio pero che con due grandi rami protesi verso il cielo ha una sembianza quasi umana e di donna. Per me è la l’”Albera” una specie di Dea del Giardino, le ho fatto anche una collana di terracotta e spesso vado da lei, ci parlo e l’abbraccio. Lei per me è una grande amica, fonte di saggezza e di ispirazione.

Nel tuo libro dedichi delle bellissime pagine a Gianni Rodari. In particolare, fai riferimento alla storia del signore con un orecchio rimastogli acerbo, verde, con il quale riusciva a capire quello che bimbe e bimbi avevano da dire al mondo, le loro aspirazioni, i loro sogni. Che consiglieresti agli adulti per tornare ad avere un orecchio acerbo, verde? Consigli pratici. 

 

Lo dice bene Gianni Rodari (che amo molto) nel testo della filastrocca “Ascolto quel che dicono gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli. Capisco anche i bambini quando dicono cose che ad un orecchio maturo sembrano misteriose…” Dunque bisogna riflettere su come tornare ad ascoltare la natura e le sue verità, a volte le stesse che possono dirci i bambini. Tornando alla prima domanda, un consiglio pratico può essere proprio quello di andare nelle aree protette con i bambini, ascoltare e sperare che accada qualcosa

Ti si vede inforcare la chitarra e darci dentro di sorrisi. Qual è il segreto per non demordere, non perdere entusiasmo? 

 

Il segreto è molto semplice, è la consapevolezza e la speranza che “non si può fermare la primavera”. Gli umani, il pianeta, tutti abbiamo passato momenti difficili, anche peggiori dell’attuale ma la vita ha sempre fatto il suo corso e tutto è rifiorito.Nelle mie canzoni che siano punk o ballate folk ci sono sempre consapevolezza ecologica e speranza.

Come si può sostenere il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili?  

Ponendoci a trovare specialmente ora che è stata rimessa a posto tutta la rete dei sentieri, partecipando alle manifestazioni, visitando il sito. Poi ci sono i bed&breakfast e aziende agrituristiche di persone che amano il parco. Poi anche proponendoci delle attività da fare insieme.  Abbiamo un nostro sito dedicato al Parco dei Monti Lucretili.

Cos’è il Giardino dei Cinque Sensi? 

 

È un bel posto tra le montagne vicino al paese di Licenza. È un Centro di educazione ambientale dove ha sede il Servizio che dirigo. C’è il Centro visita del parco, le vasche con le erbe officinali, la possibilità, specialmente per le scolaresche, di fare esperienze di educazione ambientale con tutti i sensi e giochi ecologici. E poi ci sono il bosco, il torrente Maricella, il sentiero che si inoltra nel cuore dell’area protetta e poco lontano il punto di avvistamento della rupe dove nidifica l’unica coppia di Aquila reale che vive nel parco. Insomma per farla breve il Giardino dei Cinque Sensi è un posto veramente magico!

Il tuo libro contiene una grande quantità di idee realizzate relative a ecolaboratori, seminari di formazione ecologica, programmi di educazione ambientale. Se un giovane di oggi ha un’idea e vuole svilupparla, a chi deve rivolgersi?  

Bella domanda. Ho un caro amico nel Parco che possiede una casa per ferie all’interno del parco, a Orvinio. Lui a volte riesce ad ottenere finanziamenti per attività culturali-naturalistiche aderendo a bandi regionali o europei finalizzati alle aree protette. Noi del parco collaboriamo con lui ma anche con chiunque ci prospetti delle attività compatibili con la natura protetta.

Quando hai capito – se lo hai capito in un momento preciso – che avresti voluto lavorare coi bambini? 

Non c’è stato un momento preciso e quando ero giovane non lo avevo proprio preso in considerazione. Poi però il mio lavoro all’interno prima dell’Assessorato ambiente della Provincia di Roma e poi dal 2001 al Parco dei Monti Lucretili mi ha spesso portato a contatto con le scuole e così ho scoperto un mondo che non conoscevo (o che avevo dimenticato) fatto di bravissimi insegnanti e di bambini con la loro gioia di vivere.Così nel tempo mi sono affezionato a tutti loro e ho cominciato a riversare nelle scuole le mie attività ecopacifiste con la natura, la musica e la poesia, l’alimentazione, diciamo la attività che a me stanno molto a cuore. Il risultato è stato per me entusiasmante, alla fine ho anche cambiato profilo professionale, da naturalista ad educatore.

Sei geologo. L’anima umana secondo te ha suoi movimenti tellurici che la musica e le risate pure riportano in armonia?.

 Sì, è proprio così, che sia musica rock o dolci ballate (amo e canto tutte e due e anche ridere, sono un Capricorno-Ascendente Gemelli) la musica e le risate aiutano molto, rilassano, danno energia, possono risuonare con noi nel nostro profondo e farci sentire in armonia con noi stessi e il mondo che ci circonda.

 

 

Nel video, omaggio a Gianni Rodari con il sottofondo musicale delle poesie di Gianni Rodari, Sulla luna e La torta in cielo, cantate da Stefano Panzarasa (arrangiamenti di William Urbinati), si racconta la storia di un mese passato a Capracotta (IS) nel Molise per il programma di animazione Vivere con Cura ideato da Antonio D’Andrea

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