Tra storia e leggenda: la torre di Teodolinda nella valle dei Cech in Bassa Valtellina

Mi ha sempre attirato una località situata sul versante retico della bassa Valtellina che da Morbegno conduce a Colico sulla cosiddetta costiera dei Cech. Si tratta del castello di DOMOFOLE, detto anche “torre della regina Teodolinda”, in realtà dei ruderi recentemente sottoposti a un restauro che li ha restituiti in buono stato.

Sono riuscito a fotografarlo a distanza, dalla parte opposta della vallata e nel frattempo documentarmi con qualche notizia su questa intrigante storia poco più che sconosciuta legata a popolazioni che dall’alto medioevo vivevano in questo territorio.

 

Le foto dei particolari del castello sono state pubblicate da Massimo dei Cas in www.paesi di Valtellina.it che ringrazio

 

Il castello visto  dal basso nella valle dell’Adda ingrandito con la fotografia.

Non si sa a quale epoca risalga la costruzione del castello di Domofole, che viene citato per la prima volta in un documento del 1125 quale presidio dei Vicedomini, feudatari del vescovo di Como. Fu smantellato una prima volta nel 1292 dai Vitani di parte guelfa, ricostruito dai Vicedomini e definitivamente demolito quando i Grigioni conquistarono la Valtellina. Del complesso fortificato, posto in posizione dominante sopra Traona, oggi rimangono solo il torrione centrale, pochi resti del muro di cinta e i ruderi absidali della piccola chiesa castellana di Santa Maria Maddalena e di una seconda chiesa dedicata alla medesima santa ma costruita durante il Settecento. La torre, a pianta quadrata, presenta spessi muri costituiti da due paramenti di pietre squadrate e da un’intercapedine riempita con malta e pietrame. Era suddivisa su più piani illuminati da finestre e feritoie e l’entrata, come per ragioni di sicurezza generalmente accadeva, era sopraelevata rispetto al terreno circostante. Intorno alla torre sono fiorite numerose leggende che tramandano a regine e principesse che vi sarebbero state imprigionate. Una di queste racconta che nell’anno 634 Gundeberga, figlia della regina Teodolinda, accusata d’infedeltà, fu dal marito relegata presso il castello di Domofole. Un’altra ancora racconta di come, nel X secolo, vi sia stata tenuta prigioniera Adelaide di Borgogna, fuggita attraverso le Alpi pur di non sposare Adalberto, figlio di Berengario; la regina sarebbe stata raggiunta e imprigionata nella torre di Mello, per essere liberata dal chierico Martino di Bellagio che la diede in sposa a Ottone di Germania.

 

 

Qui sopra i particolari della torre  e dei muri di contrafforte.

L’ origine del nome degli abitanti di questa zona “la costiera dei Cech” molto soleggiata e panoramica, secondo ricerche storiche recenti, risale al fatto che queste persone  erano ciechi di fronte alla luce della verità, in quanto inizialmente restii all’ annuncio della fede cristiana. Il nome viene fatto risalire alla dominazione dei Franchi e all’epoca dell’evangelizzazione della Valtellina.

Come nella vicenda della “torre di Teodolinda” anche in questa denominazione dei Cech sembra di cogliere elementi di leggenda insieme a elementi di verità.

Nella foto sopra è visibile nel  rettangolo nero la posizione del castello poco distante dal paese di Traona.  E’ possibile inoltre vedere nella pianura  il percorso del l’Adda e più sopra a livello collinare la costiera dei Cech. 

Nella foto sopra ripresa dal castello di Teodolinda il fondo valle solcato dall’Adda. In alto a destra il Monte Legnone sopra l’abitato di Colico.

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