Como, il senza tetto sanzionato

E siamo qui a parlare ancora di Como, dei senza tetto, dei diseredati, storie di sofferenza di abbandono in una società civile che in nome dell’intolleranza e della norma  non può fare altro che sanzionare, respingere.

Sono le stesse persone che don Roberto Malgesini aiutava giorno per giorno e per loro ha sacrificato la vita.        

L’articolo riportato qui sotto è di Lorenzo Tosa del 20 novembre su FB

La storia è questa.

Ieri sera, a Como, un uomo, un senza fissa dimora da dieci anni, viene fermato dalla polizia e multato in quanto sorpreso – tenetevi forte – “lontano dal proprio domicilio.”

La sanzione? 280 euro. Che, dopo cinque giorni, diventeranno 400. Una situazione assurda, folle: una multa alla povertà. Che, ovviamente, il senzatetto non ha alcuna possibilità di pagare.

Accade, allora, che un uomo, un noto professionista della città, decida di farsi consegnare il verbale e pagare lui la multa, il tutto nel totale anonimato perché – come spiega a Comozero – “non c’è alcun bisogno di visibilità”.

A chi gli ha chiesto perché l’abbia fatto, l’uomo ha risposto senza pensarci:

“È un dovere civico, la città è fatta di accoglienza. Un piccolo segno di vicinanza a chi una casa non ce l’ha. Le città sono molte cose e tra queste c’è anche chi vive per strada, non dimentichiamolo.”

Un piccolo gesto ma potente e altamente simbolico nella città di don Roberto Malgesini, l’indimenticato prete degli ultimi.

Un atto di solidarietà e generosità di cui oggi, soprattutto oggi, abbiamo tremendamente bisogno.

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