Warka Water, la torre che produce acqua dall’aria in Etiopia

Introduzione

L’acqua è un bene essenziale per l’esistenza, per la stessa continuazione della specie umana, in Africa l’impossibilità per molte popolazioni di avere accesso ad acqua pulita miete più vittime di ogni altra guerra dimenticata o malattia. 

E’ stato lo studio italiano “Architecture and vision” a pensare a questa intelligente struttura e lo ha fatto pensando di poter far sì che nei Paesi dove le fonti d’acqua disponibile sono poco sane o distanti, ci potesse essere acqua potabile a disposizione degli abitanti.

L’ONU, ormai da diversi anni, ha posto la lente d’ingrandimento sull’emergenza idrica, affermando come “..a causa dei cambiamenti climatici ma anche della rapida crescita demografica, quasi la metà della popolazione del pianeta vivrà in regioni ad alto stress idrico, tra cui in particolare l’Africa che avrà fra i 75 e 250 milioni di abitanti sottoposti a tale pressione”; secondo l’Onu la situazione idrica mondiale è già preoccupante in quanto più di un miliardo e duecento milioni di persone non hanno accesso sufficiente alle fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi di esseri umani vivono senza servizi igienici.

La causa principale dei gravi problemi di salute dell’Etiopia, infatti, è la diffusione di malattie che si perpetuano con la mancanza di sistemi idrici e igienico-sanitari adatti. Solo il 44% della popolazione del Paese ha accesso all’acqua potabile, un numero che scende al 34% se si considerano solo le zone rurali.

Produrre acqua dall’aria così un italiano vuole salvare l’Etiopia Inoltre, la qualità dell’acqua è pessima e spesso contaminata da rifiuti umani e animali. L’impatto sulla salute delle comunità è scioccante: secondo i dati Unicef 2012, sarebbero circa 54 mila i bambini che muoiono ogni anno per malattie diarroiche e 217 mila per altre malattie legate ad una scarsa qualità dell’acqua (malnutrizione, polmonite, malaria).

L’idea del progetto

L’ideatore di questa torre dispensatrice d’acqua è Arturo Vittori, architetto dello studio Architecture and Vision che con il sostegno del Centro Italiano di Cultura di Addis Abeba e la EiABC (Ethiopian Institute of Architecture, Building Construction and City Development) ha sviluppato e portato avanti il progetto Warka Water. Un riconoscimento -non l’unico – è arrivato anche dalla Biennale di Architettura di Venezia dove ha esordito nel 2012 e nel 2016.

L’idea è di spingersi ad aiutare anche in paesi come India e Colombia, e via via dove c’è bisogno, per ora Warka Water si sta occupando di una terra come l’Etiopia che di acqua ne ha certamente bisogno. In questa zona donne e bambini soprattutto, si trovano a percorrere lunghi tragitti per accedere a fonti di acqua neanche sempre sicure al 100% visto l’uso anche da parte del bestiame. Del resto i pozzi necessitano per il loro funzionamento energia elettrica spesso mancante nelle zone aride.

Di cosa si tratta

Quella battezzata Warka Water è una struttura in bambù alta poco più di una decina metri che produce acqua, sfruttando il fenomeno della condensazione dell’aria, in una quantità che varia e dipende dalle condizioni del meteo, ma una comunità’ può attingerne fino a 100 litri al giorno,. Si tratta quindi di una vera e propria torre di raccolta dell’acqua, reticolare, a maglia triangolare, realizzata in bambù, un materiale naturale per giunta facilmente reperibile.

Warka Water è semplice e pesa solo 80 kg, così da poter essere costruita dagli abitanti dei villaggi che la ospitano traendone beneficio. Un gruppo di 7 o 8 persone può impegnarsi nell’impilare i 5 moduli che la compongono senza dover utilizzare complicati dispositivi e mezzi da cantiere edile. All’interno di questa torre di bambù si nasconde una rete di polietilene tessile, un particolare tessuto totalmente riciclabile che si mostra in grado di raccogliere l’acqua potabile dell’aria tramite condensazione.

Infatti è questo il “segreto” di Warka Water: non si limita guardare e la pioggia che cade, immagazzinandola, ma si da da fare e “cattura” le particelle d’acqua presenti nell’atmosfera. Detto in parole semplici, sa trasformare in acqua potabile nebbia, rugiada e umidità.

L’ONU, ormai da diversi anni, ha posto la lente d’ingrandimento sull’emergenza idrica, affermando come “..a causa dei cambiamenti climatici ma anche della rapida crescita demografica, quasi la metà della popolazione del pianeta vivrà in regioni ad alto stress idrico, tra cui in particolare l’Africa che avrà fra i 75 e 250 milioni di abitanti sottoposti a tale pressione”; secondo l’Onu la situazione idrica mondiale è già preoccupante in quanto più di un miliardo e duecento milioni di persone non hanno accesso sufficiente alle fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi di esseri umani vivono senza servizi igienici.Il progetto Warka Water sembra la soluzione ottimale ed effettivamente calza a pennello per quella che è la situazione attuale di questo paese, ma servono i fondi, i fondi e la volontà di tutti quelli che alzano lo sguardo e aprendo il rubinetto non se ne lavano le mani dei problemi di chi abita altrove. C’è infatti una campagna di crowdfunding attiva.

SCHEDA TECNICA

Costa  da 500 a 1000 dollari ed è facile da costruire

Assemblarla costa relativamente poco. Se il progetto Warka Water diventasse realmente operativo, superando la prima fase progettuale lanciata in Etiopia, le popolazioni locali dei paesi in cui la siccità è molto accentuata vedrebbero un miglioramento consistente della loro vita. Dato che la speciale struttura è’ in grado di catturare l’umidità dall’atmosfera e trasformarla in acqua, le donne delle comunità potrebbero dedicarsi ad altre attività invece che passare 6 ore al giorno lontane da casa per procurarsi acqua. Il Warka Water fa della sua facilità di costruzione e di funzionamento il suo principale fiore all’occhiello, dato che permette una gestione diretta delle comunità locali. La struttura, se sviluppata su larga scala, consentirebbe infatti alle popolazioni di non dipendere dai finanziamenti e dagli aiuti esterni, valorizzando la loro autosufficienza. Ma il contributo al progetto Warka Water non è l’unico intervento della Cooperazione Italiana orientato alla lotta contro la desertificazione e la siccità nei paesi in via di sviluppo. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati stanziati complessivamente 10.760.470 di euro in iniziative destinate all’approvvigionamento idrico, con un focus particolare nelle regioni dell’Africa Sub Sahariana e nel Nord Africa.

Warka water, quale significato

 l’origine del suo nome. “Warka” deriva dalla lingua etiope e indica l’albero di fico, una pianta piuttosto grande e soprattutto simbolo di fecondità e abbondanza. Proprio ciò che Warka Water vuole portare.

Il nome «warka» è quello del ficus ad ombrello, che nella tradizione è simbolo di fecondità e generosità, una pianta gigantesca all’ombra della quale, in Etiopia, si tengono pubbliche assemblee e lezioni scolastiche.

Allo stesso tempo Warka, nella cultura pastorale etiope, designa il luogo di aggregazione e istruzione della comunità. Purtroppo a causa del progressivo disboscamento di queste aree la scomparsa di questi alberi e dell’identità culturale ad essi legata sembra inevitabile. Da un punto di vista ecologico, il sistema trae ispirazione dal piccolo coleottero Namib, copiando le sue strategie di adattamento al clima. Il piccolo insetto raccoglie l’acqua del deserto facendo condensare l’umidità sul suo addome, dove si trasforma in piccole gocce, che scivolando sul dorso idrorepellente, raggiungono la bocca.

Conclusioni

Il progetto Warka Water sembra la soluzione ottimale ed effettivamente calza a pennello per quella che è la situazione attuale dell’Etiopia, ma servono i fondi, i fondi e la volontà di tutti quelli che alzano lo sguardo e aprendo il rubinetto non se ne lavano le mani dei problemi di chi abita altrove. C’è infatti una campagna di crowdfunding attiva.

I prossimi sviluppi del progetto riguardano la possibilità di impiantarne la costruzione locale nelle aree e nei villaggi, di crearne di differenti dimensioni e di promuovere una filiera produttiva efficiente

Un filmato che riassume il  Warka Water con intervista all’inventore Arturo Vittori

Fonti

  • idee green
  • lifegate
  • news trekking
  • in naturale
  • architetto on the road

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