Magnificat- Un canto di Maria verso gli umili

Incipit

Allora Maria disse

“L’anima mia magnifica il Signore

E il mio Spirito esulta in Dio, mio salvatore

Perché ha guardato l’umiltà della sua serva” Lc1, 46-48

Capita di leggere nel periodo di avvicinamento al Natale qualche riflessione a riguardo. Ho tra le mani un libretto dell’amico poeta e teologo Angelo Casati.

Angelo, ha scritto di lui Erri De Luca, rianima la parola antica, ci soffia sopra e quella continua a sprigionare fiamma”.

Nei giorni dello stupore, così è intitolato questo scritto, c’è un capitolo di poche pagine dedicato alla Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta. Con la finezza che lo contraddistingue, Angelo Casati si sofferma sull’incontro come succede nella naturalezza dei nostri incontri dove si vuole comunicare momenti di bellezza, di entusiasmo, di gioia, di consolazione, di sostegno e di fedeltà. Immagini colme di tenerezza delle due donne, abbracciate l’una all’altra nella promessa di Dio e nella promessa della vita.

Prosegue don Angelo riportandoci al Vangelo di Luca con le frasi pronunciate da Maria perché il Magnificat è il compendio della sua figura. Ecco dunque il contenuto

E sull’ uscio di Casa, un canto il magnificat. È vero, il canto di Maria,” il Magnificat” non si è più spento. Da allora, da quel primo giorno sulla montagna ha invaso a ondate le nostre chiese. È bello pensarlo. Di quel canto sono colme le chiese. Ma non dobbiamo dimenticare – spesso lo dimentichiamo – che quel canto è nato sulla soglia di una casa, non in un luogo sacro, ma in un luogo laico, profano. Non nell’area austera di un tempio ma in quella familiare di una casa. Vorrei lasciatemi dire, vorrei che non fosse derubato, forse lo è stato di questa sua tipicità di essere un canto dentro le case, dentro la vita. Come vorrei, lasciatemi dire anche questo – che non fosse un canto, derubato dalla sua carica rivoluzionaria. Perché le parole di Maria, che attingevano a una conoscenza profonda delle scritture ebraiche, sono parole che vibrano di una sfida, la sfida della fede che canta un rovesciamento, il rovesciamento operato da Dio che si abbassa, si china sulla storia degli umili. Ero piccola dice Maria “ha guardato la mia bassezza”. Canto che ci celebra non il gonfiarsi sottile delle ambizioni mondane, ma il gonfiarsi tenero dei grembi delle donne. La storia sembra andare in un’altra direzione. Sembrano vincenti, l’arroganza, la prepotenza, il denaro. Sembrano vincere quelli che si innalzano. Ma Dio li fa bassi, così canta Maria. Dio li fa bassi ed esalta gli umili. E non sono, badate bene, i remissivi, i paurosi, i timidi. Non appare tale Maria nel suo canto. Gli umili hanno una loro forza

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