La natura e l’umanità: alleanza o conflitto? Introduzione

Introduzione

Con l’inizio di un nuovo anno ecco un discorso assolutamente attuale sull’uomo e i suoi rapporti con gli elementi della natura: terra, acqua, aria e fuoco.

Tutti sono continuamente sollecitati a una riflessione sulla relazione che l’umanità ha intrecciato e intesse oggi con la natura circostante: i governi fanno riunioni mondiali, gli studiosi delle varie materie ricercano continuamente cause ed effetti dell’impatto che l’uomo ha con l’ambiente, i talk show propongono dibattiti più o meno interessanti sull’argomento, le persone discutono tra loro; …  ma bastano le parole, i buoni propositi individuali, le statistiche e  i progetti per raggiungere un progresso a misura di uomo e di ambiente?

Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”

(Papa Francesco, Enciclica Laudato sì, n. 14)

Anche il pontefice ha a cuore questo problema globale e sollecita più volte non solo alla riflessione, ma alla ricerca di un coinvolgimento e di una solidarietà universale.

 

In questi nostri incontri vorremmo suggerire qualche spunto indicato anche dalle riflessioni proposte nell’Enciclica Laudato sì, accompagnato da alcune suggestioni culturali, letterarie, artistiche e musicali su questi elementi particolari che sono di vitale importanza per noi e per tutto il pianeta.

I racconti dell’umanità

Fin dall’antichità i quattro elementi della natura hanno ispirato racconti, miti, leggende, narrazioni a
significare quanto fossero importanti e vitali queste realtà che fanno parte della nostra “casa
comune”; ne esploreremo qualcuna.


“ …  E benché terra, mare e aria fossero già lì tutti, la terra non aveva consistenza, il mare non poteva essere navigato, l’aria era priva di luce: nulla aveva una sua forma definita ma il conflitto era perpetuo, perché in un unico corpo si affrontavano il caldo e il freddo, l’umido e il secco, il leggero e il pesante. Grazie a un intervento divino e al miglioramento della natura, si risolse questo contrasto: la terra fu separata dall’aria e dalla terra il mare; il cielo puro fu distinto dall’aria più pesante. Ogni cosa, estratta e liberata dall’ammasso disordinato, ebbe un suo posto preciso per poter convivere in pace con le altre. La sostanza ignea e leggera che costituisce la volta del cielo guizzò in alto e si collocò al vertice; subito al di sotto, appena più greve, si pose l’aria; la terra, più densa, incorporò i materiali più massicci e proprio dal suo peso fu spinta in basso; gli estremi spazi li conquistò l’acqua che tutta avvolge e racchiude la mole compatta della terra.”

 ( Ovidio, Metamorfosi I )

La Terra: la nostra casa comune

Ogni giorno la percorriamo a piedi o con le ruote; i nostri occhi possono ammirare le cime innevate e le pianure sconfinate; col passare delle stagioni essa ci regala tantissimi prodotti e frutti che gustiamo ogni giorno; fiori, erbe, ortaggi solleticano il nostro odorato; col tatto possiamo sentire il calore e la finezza della sabbia del deserto o la durezza di un sasso o la delicatezza dei petali di un rosso papavero.

 

Tutto questo, molto più dilatato, è il dono della Terra a noi, suoi abitanti, oggi forse un po’ troppo distratti!

 

La natura: una proprietà o un dono?

Oggi,  la natura che ci circonda non viene più ammirata, contemplata, ma “divorata”. Siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati subito e a tutti i costi. Lo sguardo sulla realtà è sempre più rapido, distratto, superficiale, mentre in poco tempo si bruciano le notizie e le foreste. Malati di consumo. Questa è la nostra malattia! Malati di consumo.”   (Papa Francesco)

Spesso si considera la terra come nostra proprietà esclusiva, spesso ci si comporta da dominatori o predoni, dimenticando che essa ci è stata consegnata per conservarla e custodirla.

Chi  cura non può essere né egoista né individualista. L’umanità nel corso dei secoli ha cercato di vivere sulla terra coltivando le risorse che trovava per la sua sopravvivenza.

Coltivare significa arare o lavorare un terreno, custodire vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare”  (Laudato sì, n. 67)


Purtroppo in questi ultimi decenni, con una rapidità mai vista, si è cominciato invece a depredare, devastare e saccheggiare le immense ricchezze che la terra ha sempre offerto.

Papa Francesco ha proprio trovato i verbi giusti per dare il via non solo ad azioni concrete ma per portare tutte le persone a riflettere sull’argomento.

Le parole di papa Francesco

Proteggere: dal latino protegere (pro davanti e tegere coprire) significa difendere, riparare.Quante terre dovrebbero proprio essere difese dalla cementificazione selvaggia, dall’eccessivo disboscamento, tutto dovuto a modi errati di intendere anche l’economia.

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Le parole delle Sacre Scritture

“10 Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno.”  (Genesi, 1)

La terra era vuota, ma con una parola divina è diventata piena di ricchezze che ancora vediamo.
Anche se l’uso di esse è permesso all’uomo, tuttavia esse provengono da Dio e devono essere utilizzate per il suo servizio e per il suo onore. La terra, al suo comando, produsse erba, piante e frutti e l’uomo è tenuto a provvedere alla loro cura e al loro rispetto.
L’uomo è tutt’uno con la natura, dovrebbe imparare a immedesimarsi con essa e a essere grato ogni giorno per i suoi doni, per le sue bellezze.
Non basta proporre la “Giornata mondiale della Terra”, se poi tutto rimane come prima!
Sviluppare un amore che vada oltre il proprio ego e che spinga ogni uomo a riconoscersi in ogni essere vivente, in ogni singola cellula di questa Terra: questo il compito che attende tutti noi ed è da svolgere in fretta!

Eleonora Cabrini

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