La natura e l’umanità: alleanza o conflitto ? La Terra: la nostra casa comune in poesia

La Terra: la nostra casa comune in poesia

Innumerevoli e sempre attuali sono le opere letterarie, dalle poesie ai racconti , che affrontano il tema del rapporto fra uomo e natura; basti ricordare le ampie descrizioni manzoniane all’inizio del suo romanzo, gli “Idilli” di leopardiana memoria con la “graziosa luna” o i bozzetti impressionistici di Pascoli.

Proponiamo un estratto di un testo attuale che questa intellettuale ha dedicato all’umanità come augurio per il nostro mondo all’inizio di questo anno.

Esortazione urbana e planetare    Mariangela Gualtieri

Poetessa e scrittrice italiana, Mariangela Gualtieri è nata a Cesena nel 1951, laureata in Architettura a Venezia  è una delle voci poetiche più apprezzate della scena contemporanea. Nel 1983 ha fondato a Cesena insieme a Cesare Ronconi il Teatro Valdoca, nato come collettivo di musica e teatro.

Il Teatro Valdoca si è affermato nella scena teatrale italiana d’avanguardia per il connubio tra danza e performance, poi arricchito dall’incontro e dal coinvolgimento progettuale di alcuni tra i maggiori poeti italiani del secondo Novecento (Fortini, Luzi, Merini) nella Scuola di poesia diretta da Milo De Angelis. Tale esperienza ha lasciato una traccia indelebile nella scrittura di Gualtieri («sono stata abbellita, nutrita, cresciuta dalla parola altrui e sono piena di riconoscenza fraterna»), che da allora prosegue con costanza anche attraverso laboratori di scrittura e lettura di versi al microfono. Ha pubblicato diversi libri di poesia e ricevuto numerosi riconoscimenti.

 

L’ Esortazione urbana e planetare è una meditazione autorevole e svelatrice sul presente e sul futuro, una lezione di umanità e di vita che suscita emozione e riflessioni.

… Prima che la città fosse città

 il selvatico della terra cantava così forte

 e generava da ogni vita altra vita.

Poi edificammo la città

coi porticati e le torri

con le fontane e cuocendo la terra

fabbricammo case e mura maestose –

e la sola vita che ora c’è

nella città, è la vita umana

con la sua appendice di qualche albero

qualche animale addomesticato,

qualche animale che poi verrà mangiato.

E tutta quella vita che era qua

 prima che la città fosse città

tutta quella vivacissima vita

è stata dimenticata.

 

La prima esortazione è:

si possa ricordare – sempre – che

ogni nostro soffio è fatto di foglie e foreste

di radici e distese erbose e senza quelle

sarebbe respiro attossicato, sarebbe da tempo

 finito il nostro piccolo essere qui.

………….

  Vorremo frequentare

 la scuola superiore dei fiori, degli alberi sapienti,

 dei pesci, la scuola degli uccelli del cielo

l’alta scuola internazionale

dell’acqua da bere, dell’acqua del mare.

Vorremo guardare più spesso il cielo.

Le nuvole maestose

 e quel blu steso o anche l’addensarsi del nero

fra le case, e guardare il cielo stellato –

 e le stelle guardiane delle parole

sciolgano il nostro inquieto pensiero.

…………….

Questo ti voglio dire, che non

indurisca il tuo cuore e quando lo

senti indurire, allora pensare che anche

 il mondo s’indura con te e allora

 voler riparare.

……………………

 L’augurio grande è che tu possa tornare

a casa dentro te. Tornare dove hai

 imparato a balbettare, quando tutte le cose

 stavano senza nome.

Tornare a casa dentro di te

 dove eri nuova e nuovo. ….

………………………….

Il mio augurio è di preoccuparti e tremare

se pensi di essere migliore e ricordare

che l’ape, che il lombrico, che

anche  la formica è più necessaria di te e di me

a questo verdeggiare della terra. …..

Non aspettare che qualcuno

 muova nell’aria un grido, che qualcuno

 alzi il suo autoritario dito.

 Innamorarci ogni giorno, ogni giorno

 un amore, che sia albero o luce del

mattino, che sia nuvola o bambino,

un colore, un canto, che sia il gesto

di qualcuno, una faccia, una pietra,

una collina, una parola, un boccone.

 Innamorarci. Allora la pace viene,

viene da sé e rimane.

 

Parole potenti, modellate sulla preoccupazione che l’uomo possa dimenticare la sua origine, la sua umanità, la sua specificità, soprattutto in un mondo che è diventato rapace, che pare alimentarsi di prepotenze politiche, ideologiche, economiche e sociali.

Grazie per queste parole, non urlate, non illusorie, non ingannevoli come tante che sfiorano le nostre intelligenze e coscienze.

Eleonora Cabrini

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