La tempesta Vaia e la sfida contro il bostrico

Introduzione

 A fine ottobre 2018 un uragano di nome VAIA distrugge interi boschi del nord est, è  il più pesante evento naturale  che ha colpito le nostre foreste e ha lasciato ancora profonde tracce perchè dopo cinque anni e cinque mesi la pulizia degli alberi schiantati non è ancora finita.

Ora l’emergenza si chiama “BOSTRICO TIPOGRAFO” un coleottero difficile da debellare  che sta proliferando tra il legname ancora a terra e attaccando le conifere rimaste. 

Nella seconda parte dell’articolo cercherò di analizzare  anche con il supporto di qualche filmato di cosa si tratta e i possibili rimedi contro questo micidiale insetto. 

La furia devastatrice della tempesta Vaia sulle Dolomiti negli ultimi giorni dell’ottobre 2018 – specialmente la notte di lunedì 29 – nel racconto di un valligiano di Moena (in Trentino) ci fa pensare a un inquietante film di fantascienza divenuto realtà. 

Dopo tre giorni di piogge incessanti, c’è verso sera una pausa di calma piatta, un silenzio irreale. Poi comincia il vento, che aumenta man mano di intensità. Il sibilo diventa un urlo, che si fa sempre più forte.

Viene a mancare la luce elettrica, non funzionano più i telefoni fissi e nemmeno i cellulari.

I meteorologi spiegheranno che alle raffiche di scirocco sono seguite le folate del maestrale, fino a una velocità di circa 200 chilometri orari (causando perfino la rottura di alcuni anemometri).

 A Venezia l’acqua alta raggiunge un picco di marea di 156 centimetri e per far defluire l’Adige in piena nel Lago di Garda viene aperta la galleria di Torbole (un canale scolmatore di 10 km. che viene utilizzato in caso di pericolo di inondazioni).

Il raro fenomeno meteorologico, oltre a Trentino e provincia di Belluno, colpisce in misura più limitata anche l’Alto Adige, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia. Scoperchiati i tetti di alcune case, abbattuti ponti e distrutti circa 42.500 ettari di bosco, di cui quasi 20 mila in provincia di Trento, più di 12 mila in Veneto. La stima degli alberi abbattuti è di ben 14 milioni: visti dagli elicotteri della Protezione civile o dei servizi forestali locali, gli abeti sembrano tanti bastoncini dello Shangai sparpagliati per terra.

Eventi estremi come la tempesta Vaia, purtroppo, diventeranno sempre più frequenti e intensi. Se ad oggi abbiamo visto raffiche di vento fino a 190/200 km/h, domani potremmo affrontare tempeste da 250 km/h, come quelle già registrate in Francia. I nostri boschi sono in pericolo e l’intero ecosistema potrebbe subire gravi danni. Non possiamo più crescere foreste di monocolture, dobbiamo creare un paesaggio armonico, ma soprattutto una vera biodiversità resiliente al clima e agli eventi atmosferici che, a causa nostra, stanno diventando sempre più intensi e frequenti. 

“Rinasce la foresta che suona”, in valle di Fiemme saranno piantati 5.300 alberi dopo i disastri di Vaia

Merito del progetto“Rinasce la foresta che suona”, un rimando agli abeti da cui proviene il legno usato per i celebri violini Stradivari, voluto da Soroptimist International d’Italia (SII) che ha firmato un protocollo d’intesa con la Magnifica Comunità di Fiemme nella sede di Cavalese. Quest’ultima, oltre a provvedere alla messa a dimora degli alberi individuando le aree più idonee sulla base dei criteri come danno subìto, accessibilità, priorità dell’intervento  nei piani di rimboschimento e visibilità , si occuperà pure della loro  cura coinvolgendo personale forestale e collaboratori qualificati”, ha spiegato la presidente Soroptimist, Giovanna Guercio

Il legno di risonanza cresce a Paneveggio, nel cuore di pochi esemplari di abete rosso, viene ricavato dai tagli ordinari e scelto secondo principi tradizionali e tecniche innovative, matura a lungo negli essiccatoi ai piedi delle Dolomiti.

Poi, viene lavorato con cura fino a raggiungere i pochi millimetri necessari a scoprire l’anima del suono nelle migliori tavole armoniche.

L’eccezionalità unica al mondo di questo legno è data da speciali caratteristiche anatomiche, fisiche, meccaniche ed acustiche.

Non presenta difetti macroscopici, è privo di nodi, la fibra è diritta e sostanzialmente sana.

Rilevante e speciale, se confrontato con il legno normale, è l’elevata velocità di trasmissione degli ultrasuoni che si propagano in senso longitudinale e trasversale della fibra legnosa.

La lotta al bostrico dopo la tempesta Vaia

Un altro aspetto che testimonia le conseguenze di un ecosistema non resiliente, è l’infestazione epidemica del bostrico. Il bostrico è un piccolo coleottero presente naturalmente nei boschi di abete rosso dell’arco alpino. Si nutre infatti della corteccia degli abeti rossi, sviluppandosi sotto di essa e scavando intricate gallerie. La presenza di grandi quantitativi di abeti rossi danneggiati dispersi nei boschi ha permesso alle popolazioni di bostrico di passare da una presenza endemica ad una presenza epidemica: le cortecce degli abeti rossi sono ora devastate da questo coleottero. 

Si tratta della più grande infestazione da bostrico mai osservata prima sulle Alpi meridionali, che sta portando a ulteriori conseguenze: l’insetto, scavando un fitto reticolo di gallerie sotto la corteccia degli alberi, interrompe il flusso della linfa e li fa seccare in piedi.

Approfondimenti
Il bostrico nelle foreste del Trentino

A quasi 5 anni dalla tempesta Vaia che, oltre a provocare ingenti danni diretti, ha creato le condizioni per la diffusione del bostrico, la situazione è ancora critica, come diffusamente illustrato nell’aggiornamento del “Piano bostrico” del 4 agosto 2023 che si adegua tra l’altro alle modifiche apportate alla L.P.11/2007 art.98 bis. Questo articolo introduce infatti, da un lato, nuove semplificazioni amministrative legate all’emergenza bostrico nei comuni amministrativi classificati dal piano come prioritari per l’esbosco del materiale danneggiato; dall’altro prevede una sospensione preventiva dei tagli di legname fresco nelle aree con presenza di abete rosso e nei catasti classificati a medio o elevato rischio di progressione della pullulazione, per un periodo di due anni.

La lezione del Bostrico

È considerato il flagello dei boschi, ma la sua diffusione ha molto da insegnarci sulla gestione forestale del futuro.

Nel folto del bosco in Val di Sole domina il silenzio. Si sente solo il lontano gorgogliare di un ruscello e il ronzio sparuto di pochi insetti. Il bosco ci sembra immobile, immutabile, semideserto. Eppure, nel loro silenzio operoso, milioni e milioni di Ips typographus stanno colonizzando gli abeti rossi intorno a noi. 

Lavarone, altipiani cimbri: la lotta al bostrico con metodi naturali

Siamo sugli Altipiani Cimbri fra Lavarone e Luserna e insieme al custode forestale Damiano Zanocco andiamo a capire cosa è il bostrico tipografo, un coleottero che dopo la tempesta Vaia del 2018 ha proliferato nelle foreste e rappresenta un pericolo per la sopravvivenza delle foreste del Trentino. Ma c’è la possibilità di combatterlo con metodi naturali.

Milioni di abete rosso morti

Un filmato che ci porta ala diffusione del bostrico tipografo in varie aprtri di Europa,  in condizioni normali utile a ristabilire un equilibrio all’ambiente, ma con  la nuova situazione climatica  è considerato il flagello delle foreste europee.

Si analizzano i possibili rimedi naturali, ultimamente  l’introduzione del “coleottero formica” è in grado di neutralizzare la presenza del bostrico  e sta dando  dei buoni risultati.

Fonti

Il Sole 24 Ore

Regione Veneto

WOW nature

Servizio foreste provincia di Trento

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